Paganese-Cremonese è una di quelle partite che non dovrebbe avere storia. Il condizionale nel calcio è d’obbligo perché niente è mai deciso sulla carta; hai voglia di presentarti come una corazzata, hai voglia di essere capolista. La partita vera, l’unica, si disputa sul rettangolo di gioco ed ha tante sembianze. I fattori che giocano sul risultato finale sono tanti. E’ chiaro che una inquadratura di tutto rispetto parte avvantaggiata su un’altra che abbia meno qualità: ma è altrettanto vero che non sempre nel calcio vincono le squadre più attrezzate in linea puramente tecnica. Questo è il calcio – per fortuna – ed il risultato spesso è legato a fattori ambientali, all’interpretazione agonistica che si dà alla partita, alla voglia psicologica di chi si ritiene inferiore sul piano puramente tecnico e vuole dimostrare che in fondo la tecnica pura nel calcio non è tutto. La Paganese è chiamata oggi ad un duro compito contro la squadra che detiene la prima posizione di classifica. Per giunta agli azzurro-stellati mancheranno tre pedine di rilievo come De Giosa, Fusco e Cossu. L’allenatore Chiappini questa volta non dovrà sforzarsi molto; la squadra è fatta già da sé. Dovrà essere risolto solo il dilemma del difensore laterale destro: Lopez o Fumai, anche se l’impressione generale è che, specie dopo qualche disattenzione difensiva dell’argentino, l’allenatore si affiderà a Fumai, che è laterale di ruolo. A centrocampo c’è finalmente spazio per Muwana, un atleta che fino a questo momento ha visto la prima squadra solo in poche occasioni ma che ha buoni numeri. L’atleta di colore dovrebbe sostituire nella zona centrale del campo lo squalificato Cossu mentre Guarro, autentico e mai troppo lodato tappabuchi, dovrà agire sulla sinistra a supporto di Esposito Giovanni, restituito al ruolo di difensore esterno. L’incontro con la capolista si presenta come il classico testa-coda della classifica: la prima contro la penultima. I padroni di casa sanno di dover affrontare una gara difficilissima, ma a questo punto del campionato, con una classifica che non lascia scampo, ogni avversaria deve essere affrontata come se si trattasse di una finale, una specie di “mors tua, vita mea”. Gli uomini di Chiappini sanno bene di non potersi confrontare con l’avversaria sul piano squisitamente tecnico; ecco perché cercheranno di sfoderare una di quelle prestazioni che nella parte finale dell’andata (vedi gare interne con Foligno, Legnano e Cavese) portarono la squadra all’immediato ridosso della zona tranquilla della classifica. Nel calcio niente è impossibile, ma è chiaro anche che l’impresa di fermare la Cremonese, lanciata nella corsa verso la B, è tutt’altro che semplice. Questo lo sanno bene dirigenti, tecnico, giocatori e pubblico. Proprio quest’ultimo è chiamato ad una prova di attaccamento ai colori sociali perché con una presenza massiccia, facilitata anche dal ribasso del costo del biglietto, con l’incitamento costante che dalla curva nord non è mai mancato, potrà trascinare gli atleti verso una grande prova di carattere che va ben al di là dei valori tecnici più di una volta messi in discussione. E’ finito il tempo delle chiacchiere, dei rinforzi che arrivano o non arrivano, dei giocatori che rendono meno del previsto, dell’allenatore messo in discussione perché il modulo tattico non soddisfa il palato della esigente e competente tifoseria. A questo punto bisogna fare quadrato attorno alla squadra, farle sentire quel calore indispensabile che trascina lo spirito guerriero di chi scende in campo. Per le polemiche c’è tempo, così come c’è tempo per discettare di tattiche, di moduli più o meno offensivi. La Paganese deve provare a salvare una serie C1 faticosamente e meritatamente conquistata dopo oltre venti anni di purgatorio e di peregrinazioni su sconosciuti e polverosi campi di provincia. E’ questo l’unico ed immediato obiettivo che deve pervadere l’animo non solo della appassionata tifoseria ma anche quello degli atleti che scenderanno in campo contro la Cremonese. Chi ha giocato a calcio sa bene quanto importante sia in questo sport l’aspetto psicologico; un applauso dopo un errore commesso vale quanto una carezza ricevuta in un momento difficile della propria vita. Fischiare o disapprovare una prestazione di un calciatore in questo momento significherebbe solo ed esclusivamente demoralizzare oltre il dovuto chi scende in campo per portare in alto il nome della Paganese. Non dimentichiamolo mai, anche nei momenti di plausibile sconforto. La Cremonese può essere fermata, e sconfitta, ma dovrà trovarsi di fronte più di un avversario: non solo una squadra assetata di punti ma anche un numeroso pubblico che una volta di più dovrà essere il dodicesimo uomo in campo. Amen! Nino Ruggiero - Cronache del Mezzogiorno
paganese.it
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